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Decimo dono: pregare il sacrificale.
3) Sia santificato il tuo nome.
La santificazione suppone la sua profanazione. Mi viene
da Satana. La comunione e comunicazione: il taglio, la
fuori uscita degli istinti, elevati al comando, e gli spiriti
soggiogati. Il Paterno mi viene inchiodato alla sua uscita,
e poi gli viene imposta la forma istintiva. Profanazione mia
e sua, che mi fa funzionante, perché viva in ogni azione.

 
Pneumatica magia quella del visuato Paterno, che tocca il vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al suo Gesù si accosta pregandolo, e vuole che
altrettanto facciamo anche noi. Quando pregate, dite: Padre
nostro. Preghiera sacrificale, tutta da fare. Bene appellato,
bene collocato: che sei nei cieli. Bene augurato: Sia santificato
il tuo nome. La santificazione del suo nome suppone in
atto la sua profanazione. Luoghi, cose, e persone a Lui consacrate,
solo in modo improprio le diciamo profanate.
1) La vera profanazione si compie sul Padre. Il via l’ha dato
Lucifera: prima verbalmente, poi realmente. Sul Padre
angelicato, Lucifera lancia il grido: A morte il Padre!, e
prontamente te lo trascina alla morte dell’amore.
2) Per il Padre è la vera santificazione. Non si danno né
acqua santa, né luoghi santi, né terra santa. Il Padre è
Santo: il vivente di amore sacrificale: colui che vivendo
la sacrificalità del suo amore, accetta di subire la profanazione
per mano delle sue creature, ora per il tempo,
ora per l’eterno. L’augurio prende corpo e chiarezza di
‘Viva il Padre!’ sacrificato dal suo amore. Prima l’augurio
verbale, poi la santificazione reale, cui cooperare, io
con lo Pneuma. Ma per passare alla sua santificazione è
urgente che io conosca la sua profanazione.
Facciamo parola della nostra, che Satana ci ha imposto da
vivere in ogni singola azione. Il Padre è eternale sacrificazione
per la sua cessione epropriata in personificazione di
Figlio, senza morizione. È eternale piccolazione. Lo è tendenziale,
per questo si fa metamorfosale, riducendosi a un
concentrato sommo di potenzialità di amore vivibili al
sacrificale. Così al mio incominciare mi si cede espropriato,
da vivere al sacrificale moribile. Corpo animato e spirito
spiritato è l’uomo al suo vivere avviato.
Mi trovai una comunione armoniosa tra umano e divino:
dallo spirito, alla materia un solo impegno: vivere in ogni
mia azione l’amore Paterno al sacrificale. Comunione e
comunicazione. Sulla santità originale dell’essere umano
ecco abbattersi la profanazione satanica: con un colpo
vibrato nel punto di congiunzione tra anima e spirito, mi
elimina la comunicazione; da quella recisione, la fuori
uscita dell’istinto. Mi viene elevato al comando, mentre
gli spiriti mi vengono soggiogati. Il raggio di spirito
Paterno cedendosi espropriato si era fatto mio, perché io
vivendolo al sacrificale mi avessi a fare suo. Passaggio di
proprietà che chiamiamo: la sua meità e la mia suità.
Satana emette un urlo: ‘A morte il Padre tuo!’ e con fero-
cia fulminea me lo inchioda alla sua meità: eccolo egoisticizzato.
Ma la profanazione la vuole funzionale. Gli impone
la forma istintiva, pronta a eliminare la sua forma divina.
Il suo amore ha una forma nobilissima: ‘Intelligente
sua libertà sacrificale’. L’istinto ha una forma infima, animalesca.
Gliela impone. Piccolo come si presenta:
‘Accecata sua schiavitù egoisticale’.
Io ne risulto abbassato come persona e innalzato come
animale: una subpersona superanimalizzata. La persona
profanata e il Padre inabissato nella morte dell’amore. In
questa situazione di totale profanazione devo far salire
dalla gola della mia intelligenza prima il grido: ‘Sia santificato’,
‘Viva il Padre profanato’, per lanciarmi decisamente
alla sua santificazione. Siamo pronti a santificarlo?

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