307

Decimo dono: pregare il sacrificale. Venga il tuo Regno
sacrificale nostro.
1) Prima sorgente il cosmo
2) Quanti ne sacrifica
3) Spiegazione umana
4) Spiegazione visuata: ha tre fasi, legate alla forma assegnata
al cosmo. Dalla forma piccolare evoluzione e
fenomeni sacrificali. La fine del cosmo.5) L’umanità gli è avversa; la perorazione non solo ci
dispone bene, ce lo fa accogliere, ma ce lo fa invitare
come pacificazione



 

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale, ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al suo Gesù si accosta pregandolo, e vuole che
facciamo altrettanto col nostro. Per questo ci ha detto:
quando pregate, voi dite: Padre nostro. Unica preghiera
tutta sacrificale e tutta da fare. Bene appellato, bene collocato,
bene augurato, bene perorato: venga il tuo Regno
sacrificale temporale ed eternale.
Venga il nostro peccare cosciente nel tempo e venga pure
la fissazione della creatura nella eterna morte dell’amore
Paterno. Questo è il Regno del sacrificale suo. Ma nel suo
Regno vi è anche il sacrificale nostro.
Lo chiamo nostro: non perché sia prodotto da noi o perché
la sua gestione sia in mano nostra, ma unicamente perché
è destinato a noi.
1) La prima sorgente del sacrificale nostro non ha intelligenza
o volontà, come pure non ha un’anima che la faccia
vivente. Si identifica col mondo creato, e poiché il
mondo lo si chiama anche cosmo, il sacrificale che da
esso proviene lo chiamo: sacrificale cosmico.
2) (Le dimensioni sue) Ora, l’ambiente cosmico sacrifica la
persona. Immaginiamo quanti ne ha uccisi il deserto con
la fame e con la sete. Quanti ne ha ucciso l’ambiente glaciale
assiderando il corpo umano. Immaginiamo quanti
sono stati spazzati via da tifoni e uragani. Quanti ne
abbiano sepolti i terremoti. Quanti annegati coi maremoti
e le inondazioni. Ne avremo un sacrificale sicuramente
più elevato della montagna più alta del mondo.
3) (Spiegazione umana) Il cosmo ha tre fasi: l’iniziale, la
mediana, la finale. Esse sono indissolubilmente legate
alla forma che il Padre ha dato alla creazione. L’ha fatto
tanto piccolo, che più piccolo di così non lo si poteva
fare. È l’impronta del suo amore sacrificale che ama
piccolare. Ne ha fatto un concentrato sommo di potenzialità
cosmiche. Con quella forma tutta l’evoluzione,
la trasformazione, i fenomeni cosmici che si accompagnano
alla sua evoluzione e un giorno alla sua decomposizione.
Nascita, crescita e morte cosmica. La fine
del mondo non sarà imposta al cosmo, ma viene prodotta
dal cosmo stesso, come la mia fine non sarà mandata
da Dio, ma espressa dal corpo mio al termine della
sua evoluzione.
4) Il sacrificale cosmico trova una umanità che gli si oppone
accanitamente e lo odia sinceramente. È l’odio che
promana dalla egoisticità dell’amore Paterno. Il Figlio ci
domanda con la perorazione non solo una umile accoglienza,
non solo una buona disposizione all’accoglienza,
ma un convinto e sincero invito: Venga il tuo Regno
sacrificale nostro: Venga il nostro sacrificale cosmico.
Vogliamo la pace con i fratelli; la dobbiamo volere pure
col cosmo prima che ci abbia a sacrificare, perché se nel
programma nostro è scritto moriamo in pace col cosmo
che il Padre ha voluto sacrificatore. Inutili gli scongiuri
e la divinazione per cogliere il mistero.



Nessun commento:

Posta un commento