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Decimo dono: pregare il sacrificale da fare.
Venga il tuo Regno sacrificale nostro.
*) Il fisico.
Il sacrificale è agganciato alla vita nella sua forma stampata
dal Padre. Lo stampo se lo dà Lui, trasformandosi da
atto puro a stato potenziale. Stampata la mia vita dandole
forma piccolare che è sacrificale. Tra sacrificale e vita: non
accostamento, non giustapposizione come la si intende, ma
connubio insolubile effettivamente, sciolto affettivamente.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del dire
egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare sacrificale.
Cristo e il cristiano vi si accostano pregandolo. Quando
pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera
tutta sacrificale da dire e da fare, per questo il Padre nostro
ce lo diciamo. Bene appellato: Padre nostro. Bene collocato:
che sei nei cieli. Bene augurato: sia santificato il tuo nome
profanato. Bene perorato: venga il tuo Regno sacrificale
temporale ed eternale; col tuo venga pure il nostro. Quale? Il
sacrificale cosmico, il sacrificale inimicale, il sacrificale bellico.
Venga pure il sacrificale fisico. La materia di questo
sacrificale è il corpo e l’anima, fusi in unità sostanziale però
solubile: corpo animato: un dono creato e mediato.
Dall’amore beneficale elargito mediatamente e dall’amore
Paterno sacrificale metamorfosato stampato. La vita come
bene è dono dell’amore beneficale. La vita come sacrificale
è dono dell’amore sacrificale. Il sacrificale della vita fisica a
che cosa il Padre lo ha allegato (assegnato) e lo ha affidato?
Si compie nella vita, ma lo ha affidato alla forma che le ha
dato. Quale forma? Le ha dato una forma stampata: una
forma che è uscita da uno stampo. Lo stampo se l’è dato il
Padre nella sua metamorfosi Paterna, nella quale passa dall’atto
puro a uno stato potenziale.
1) L’atto puro è proprio del talamo eternale, nel quale il
Padre è con atto immutabile e eterno espropriazione, cessione,
personificazione di Figlio e comunione Trinitaria.
2) Assume uno stato potenziale nel talamo metamorfosale.
Si riduce, si riduce fino a trasformarsi in un concentrato
sommo di potenzialità di amore vivibile al sacrificale.
Da quelle potenzialità sgorga la creatività e ogni
sacrificalità. Il Padre assume la massima forma piccolare
e quindi sacrificale. Da quello stampo è uscita la
forma che è passata alla mia vita fisica, al mio corpo
animato. Il tutto incomincia con una forma piccolare.
Tanto piccolare che a occhio nudo nessuno ci poteva
vedere: un concentrato sommo di potenzialità fisiche
animate che evolvendosi nell’ambiente naturale del
grembo materno hanno dato la formazione di uno stupendo
e meraviglioso complesso corpo animato.
È per quella forma piccolare che la mia vita risulta sacrificale.
Proprio come il Padre per la sua forma piccolare
che si è dato in metamorfosi è risultato sacrificale e quindi
moribile. Il sacrificale ci accompagna in ogni età evolutiva;
sicuramente lo portiamo per l’età finale quando il
sacrificale finale ci dirà che la forma piccolare è proprio
quella che ci ha dato il Padre. Dunque il sacrificale della
vita giace nella forma piccolare di essa,
Mettiamo a fuoco questo punto: la relazione tra vita fisica
e il suo sacrificale.
1) Un semplice accostamento? Lascerebbe la possibilità
di un discostamento.
2) Una semplice giustapposizione? È vero che si va dicendo
che l’unica cosa giusta è la morte. Ma questo lo si dice
per invidia verso chi sta meglio di noi in posizione sociale,
e quindi quel dire ha sapore di vendetta. Nessuno dice
che la morte ha una collocazione giusta accanto alla vita.
E tutti saremmo pronti a rimuoverla dalla vita.
3) Un vero e reale connubio? Oggi giorno neppure il connubio
maritale risulta insolubile, perché di fatto e dal di
dentro e dal di fuori si scioglie. Ma il connubio tra la
vita e il suo sacrificale è davvero insolubile.
Effettivamente nessuno lo scioglie. Affettivamente tutti
lo sciolgono: nessuno lo vuole e nessuno lo accetta.
Chi ce lo fa odiare? Satana. Tra vita e suo sacrificale vi ha
incuneato l’egoisticità dell’amore. Con quel cuneo ha violentato
il connubio naturale: solo la vita è bene; il sacrificale
è male. Tra vita e sacrificale è divorzio affettivo.
Riportare la pace e dichiarare vita e sacrificale di nuovo
riuniti in matrimonio. Miracoli da santi.

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