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Decimo dono: pregare il sacrificale.
Venga il tuo Regno sacrificale: il nostro; l’inimicale semplice.
Gesù si accosta e tocca la egoisticità religiosa ebraica e
ne ottiene gradualmente lo svolgimento dell’odio: accende
l’umano, alimenta il religioso, divampa l’ecclesiale,
dilaga il dirigenziale, lo distrugge l’ufficiale. Solamente
l’odio religioso fu capace di eliminarlo.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Gesù si accosta al suo pregandolo, e vuole che
altrettanto facciamo con il nostro. Quando pregate, voi
dite: Padre nostro. Unica preghiera sacrificale, tutta da
fare. Bene appellato bene collocato, bene augurato, bene
perorato: ‘Venga il tuo Regno sacrificale temporale ed
eternale: il tuo e il nostro’. È nostro: il sacrificale cosmico.
Il sacrificale inimicale semplice: è l’odio personale. Il
nemico lo fa su il Padre morendo. Uno si fa nemico di un
altro semplicemente amandosi egoisticamente.
1) L’amore egoisticale esercita la presa sulle persone.
2) Non trascura la religione che è per lui un boccone
ambitissimo.
La prende e poi la va egoisticizzando e ne fa sorgente di un
odio religioso che è il più crudele e il più spietato. Vanno
comparendo i segni della egoisticità religiosa. Sono:
1) La totalità della verità.
2) La sua assolutezza.
3) La sua infallibilità.
4) La sua intangibilità.
5) La sua esclusività salvifica.
Il Figlio del Padre (che fa scoppiare l’odio della egoisticità
religiosa) viene in Gesù a fare il Figlio. Sceglie il
momento storico nel quale la Chiesa Paterna privilegiata:
l’ebraica, ha toccato il vertice della egoisticità religiosa.
(Liturgicamente: Nella pienezza dei tempi: dei tempi egoisticali)
Quella Chiesa racchiude in sé un potenziale sbalorditivo
di odio religioso. Al Figlio il compito delicato assai
di dare a quell’odio uno svolgimento ordinato e graduale.
Gesù lo fa nei tre ambiti di vita pubblica.
1) Con un primo intervento accende l’odio contro di sé
nella Pasqua del primo anno di vita pubblica. Lo fa in
Gerusalemme operando la pulizia templare. L’odio che
accende contro di sé è umano. Rispondendo alla interrogazione
anticipa l’esito finale: Distruggete pure questo
tempio, e io in tre giorni lo riedificherò.
2) L’odio che alimenta è religioso.
a) Toccato arrogandosi il diritto di perdonare i peccati
umani.
b) Tocca i pubblici peccatori, familiarizzando con essi.
c) Tocca il digiuno bisettimanale facendolo cadere.
d) Tocca il sabato, lasciandolo violare dai suoi e violandolo
Lui stesso, guarendo l’uomo dalla mano inaridita.
3) L’odio che dilaga è ecclesiale: fa scoppiare una incontrollata
emorragia ecclesiale: lo fa con i miracoli operati
sugli ammalati, accecati e morti. Lo fa con la parola.
Distoglie la gente con una parola nuova. La convoglia
in un unico volere nuovo: il sacrificale.
4) L’odio che divampa è dirigenziale: lo va a incontrare a
Gerusalemme con una tattica che ha del fantasma.
Aggredisce, demolisce e poi va via in tutta fretta. Il potere
dirigenziale vacilla paurosamente. A un mese dalla
morte fa scoppiare il suo odio furibondo. Il nemico è alle
porte: ti sa resuscitare un morto a poca distanza: 5 KM:
Lazzaro. L’emorragia ecclesiale è gravissima. Ma ecco
ufficializzata la domenica delle Palme; Lui si intronizza.
Emana un decreto: a voi sarà tolto il Regno; e poi invita
alla diserzione: Lasciateli, sono guide cieche.
5) L’odio che lo distrugge è ufficiale: nei tre anni di vita pubblica
si prepara il tranello finale: parla del Padre, parla del
Padre nostro, parla del Padre suo che l’ha inviato a fare il
Figlio metamorfosato e diventare il Figlio ecclesiato.
Gesù stesso fa scattare la trappola Paterno-Figliale.
Sollecitato fortemente da Caifa a confessarsi in assemblea
giudicante, Gesù produce la sua identità. L’odio religioso che
lo investe ha la sua copertura legale. È reo di morte. Nessun
odio l’avrebbe eliminato; solamente il religioso ha potuto
fare tanto. All’ebraica succede la cristiana. Non più Gesù, ma
lo Pneuma vi si accosta per toccarla. Ne uscirà amore o odio?

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