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Decimo dono: pregare il sacrificale.
Venga il nostro sacrificale.
*) Sacrificale fisico: corpo materiale e vita. Mi fa sostanziale
e accidentale: corpo animato.
Dono mediato, da Lui creato. Ci viene dal suo amore
beneficale: un bene, un dono. Solo un bene da difendere.
Ma non è l’unico bene? Non capisco la morte. Un
dono che mi viene da un amore benefical-sacrificale. È
bene, ma sacrificale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale.
Cristo e il cristiano vi si accostano pregandolo. Quando
pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera
sacrificale da dire e da fare.
Bene appellato e bene collocato. Bene augurato e bene
perorato: Venga il tuo Regno sacrificale temporale e eternale;
col tuo venga pure il nostro. È nostro il sacrificale
cosmico; è nostro il sacrificale inimicale; è nostro il sacrificale
bellico.
È nostro il sacrificale fisico.
Potrei anche chiamarlo corporeo o corporale: è un sacrificale
che si compie nel nostro corpo che viene chiamato
anche fisico; di qui il sacrificale fisico.
1) Il corpo umano non è puro e semplice; non è da solo;
non è materia inorganica, ma è materia organica composta
da una serie di organi, i quali funzionano in virtù
di quella vita che li fa funzionare.
2) Corpo e anima fanno una unità sostanziale: l’uno è
complementare dell’altro; nessuno dei due è supplementare
dell’altro: l’anima non supplisce il corpo e il
corpo non supplisce l’anima.
Una unità pure accidentale perché un giorno è destinata
a sciogliersi.
Tra anima e corpo c’è solamente una compenetrazione.
Il corpo è compenetrato dall’anima; non è l’anima a
essere compenetrata dal corpo. Una posizione che può
avere questa unica espressione: corpo animato, ove
l’anima è la vita del corpo, è la vita fisica.
3) La vita fisica nessuno se la dà; perché non si ha prima
di essere. E poiché potevamo anche non essere, l’essere
diventati è una donazione, un dono.
È un dono mediato: è un dono che passa per i nostri
genitori. Loro sono detentori di quel dono, ma non sono
creatori di esso.
Sono amministratori fiduciali del dono della vita fisica,
ma il creatore è il solo Padre. La vita fisica è dono
esclusivamente suo.
È uscito dal suo Spirito di amore che creando fa del bene,
e quindi beneficale: amore che fa bene a fare del bene: fa
essere bene chi non è.
Siamo un bene, quindi siamo un dono. Se Dio fosse solamente
amore beneficale:
a) Nella vita fisica non vi dovremmo che cercare il
bene, il bene della vita, e non vi troveremmo alcun’altra
cosa.
b) Dovremmo parlare della vita e solamente di essa (e
della sua difesa) con la preoccupazione eventualmente
di non lasciarvi entrare alcun male o di espellerlo
qualora per azione malefica vi fosse entrato.
Non farei alcun appunto alla Chiesa che parla esclusivamente
della vita e parla del Vangelo della vita.
Così ci condanniamo a non capire i perché della morte,
che è la negazione della vita o tutt’al più dovremmo ricadere
nella spiegazione biblica ove la morte proviene da un
comando proibitivo, da una minaccia punitiva, da un giudizio
accertativi, e da una condanna definitiva: ‘Morte
morieris’. Purtroppo noi abbiamo riscontrato in Dio solo
amore beneficale: fa solo del bene; la morte è un male,
quindi non è da Lui.
C’è voluto il visuato Paterno per vedere nell’amore
Paterno una nuova dimensione che neanche il Figlio mi
aveva potuto far brillare, nonostante che il suo amore si sia
palesato beneficale tutto volto al sacrificale.
Il visuato Paterno mi ha dato da vedere un amore Paterno
che in ma va alla morte dopo che Satana me lo ha messo
in malattia.
Il suo amore beneficale l’ho dovuto pur qualificarlo sacrificale.
Componendo le due qualità: amore benefical-sacrificale,
dove il beneficale è in funzione del sacrificale.
Dal suo amore non poteva che uscire una vita fisica beneficale
e sacrificale. Sono un figlio del Padre per le sue
impronte che mi ha impresso: sono un bene sacrificale.
Sono un tuo figlio non solo per la vita, ma pure per il suo
sacrificale.

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