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Decimo dono: pregare il sacrificale facendo.
Venga il nostro sacrificale fisico.
Solo metamorfosi in meglio, in peggio; non:
1) In nullità
2) In inferiorità: reincarnazione orientale.
Simpatia da illuminare. Vita e Pneuma in avanti. Non vi
agisce né da uomo né da animale. Reangelicazione evangelica.
Apertura che vi fa affluire cristiani per una novità.
Non ci va il Padre già animalizzato al presente nella persona.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale, ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Cristo e il cristiano si
accostano pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare. Bene appellato e
collocato. Bene augurato e bene perorato: Venga il tuo
Regno sacrificale: temporale e eternale; col tuo venga
pure il nostro: il cosmico, l’inimicale, il bellico, il fisico.
Venga il nostro sacrificale fisico.
Assegnato alla forma potenziale data alla vita, ad essa
effettivamente unito, da Satana affettivamente smembrato,
dal cristiano ricomposto in unità mediante l’amore sacrificale,
recuperabile con delle conoscenze visuate che ci pervengono
dalle risposte a quattro richieste:
1) Sacrificale fisico: cosa ci vuoi dire?
2) Cosa ci vuoi fare?
a) Trattato con amore sacrificale io ti trasformo in bene
il male che ti sei fatto all’amore, perché tu un giorno
mi possa trasformare in meglio.
b) Trattato con l’amore egoisticale di odio, tu stesso mi
trasformerai in peggio.
In meglio e in peggio eternali. Il peggio eternale lo fa possibile
il piccolare Paterno; Satana lo realizza col mio
amore egoisticale vissuto; la sazietà Paterna lo eternizza.
Vi sono solamente queste due metamorfosi corporali: in
meglio o in peggio. Le altre sono prodotte solamente dalla
mente umana:
1) La metamorfosi in nullità.
2) La metamorfosi in inferiorità.
Questo ultimo pensiero abita nelle religioni orientali: confucianesimo,
taoismo, buddhismo e soprattutto induismo.
Alla sua morte la persona passerà per successive reincarnazioni
nel mondo animale: metempsicosi.
Non sapendo in quale animale, ne viene la intoccabilità di
essi: non si devono uccidere, per non costringere la persona
che vi abita a successive reincarnazioni.
Donde una simile credenza?
Dalla esigenza di espiazione a seguito del giudizio e condanna
divina.
Non intendo qui demolire la simpatia di qualcuno. L’ha
tentato il Papa nel suo libro- intervista scrivendo che ‘Il
Buddhismo in misura rilevante è un sistema ateo’. Qui si
intende solo fare luce con le conoscenze Pneumatiche.
1) Ogni vita umana procede in avanti, fino al suo traguardo
finale in meglio o in peggio. Passare in un animale
invece è andare indietro.
2) A morte compiuta non si può più operare, si può solamente
ricevere.
Nel Vangelo vi è un fatto che sembra ammettere la incarnazione
negli animali, ma solamente per gli angeli andati
in peggio. Il caso di una legione di demoni che avevano
occupato un povero uomo la cui forza si era ingigantita e
si era fatta più che erculea: spaccava catene e ceppi nei
quali si tentava di immobilizzarlo.
Costretto da Gesù a lasciare la sua preda, domanda di
entrare in una mandria di porci.
Gesù concede, all’evidente scopo di mostrare che nei
porci non ci si poteva stabilire. Infatti l’intera mandria
invasata si dà come a una fuga impazzita e senza badare al
salto, vanno a finire tutti nel lago ad affogare.
Così la legione di demoni viene sfrattata da quella mandria
di porci.
Chi finisce in peggio può desiderare un passaggio in inferiorità:
da se stesso, alla persona, all’animale. La reincarnazione
esiste solo nella mente umana. Come mai il dilatarsi
della simpatia per le religioni orientali?
Già la Chiesa del Concilio ha operato una apertura rispettosa
verso di esse. Una apertura che vi fa affluire il mondo
cristiano il quale è percorso da un misterioso anelito a una
novità. Il vecchio fideato cristiano non soddisfa più. La
novità del visuato è solo in aurora.
Ma chi non opera una animalizzazione è il Padre già realmente
animalizzato da Satana. Due sole metamorfosi possibili:
in meglio e in peggio. Dipende dal trattamento dato
al sacrificale fisico.

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