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Decimo dono: pregare il sacrificale.
Venga il tuo Regno sacrificale nostro.
*) Sacrificale inimicale semplice: amicizia: fonte crudele
e spietata dell’odio: parte a ogni tocco di piacere, fa
obliare ogni contrasto. Intensa interazione amicale,
circolazione totale, comunione simbiotica. Polveriera
che scoppia alla scintilla. Necessità, ma ancor di più
regolarità Paterna. Il Padre la incenerisce: la sponsale
e la genitoriale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Gesù si accosta al suo pregandolo,
e vuole che altrettanto facciamo col nostro.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro.
Preghiera sacrificale, tutta da fare. Bene appellato, bene
collocato, bene augurato, bene perorato: ‘Venga il tuo
Regno sacrificale temporale ed eternale. Col suo è il
nostro sacrificale. Ha più sorgenti: dal cosmo: sacrificale
cosmico. Dal nemico: sacrificale inimicale semplice: il
nemico personale.
1) Chi lo fa su: concezione del nemico, formazione e destinazione
sono dal Padre, che lo fa su morendo.
2) Come fa uno a farsi nemico: solo amandosi, egoisticamente,
automaticamente, piacevolmente dal suo incominciare.
L’amore egoisticale è già odio, anche se l’azione dei due è
divaricante: l’amore prende, l’odio butta via. L’amore
egoisticale va in due direzioni: l’una alle cose, l’altra alle
persone. La presa su di una persona prende il nome di amicizia.
L’amicizia è la sorgente più crudele e più spietata
dell’odio. Vediamolo. La genesi dell’amicizia: come fa a
nascere. La partenza è sempre dai tocchi personali, che
sono svariatissimi.
Quando a un tocco di persona se ne sente piacere, scocca
immediatamente l’azione della presa vicendevole: gli
amici si prendono. La presa iniziale prosegue sospinta da
un piacerale crescente, che agisce magicamente sui contrasti
concomitanti sciogliendoli come d’incanto.
Questo avviene nella marcia amicale; non sarà così al
blocco finale. L’interazione amicale è intensissima. Tutto
si mette in circolazione tra i due e poiché ogni persona va
in crescendo sotto la spinta amicale, l’esaurimento della
circolazione non è immediato.
La circolazione alimenta una comunione, che si dilata e si
approfondisce al punto che i due amici entrano in simbiosi:
uno vive dell’altro.
È la comunione egoisticale amicale che opera un accumulo
sbalorditivo di morte viva dell’amore. Per questo l’amicizia
diventa una autentica polveriera, che alla prima scintilla
dà uno scoppio fragoroso, una accensione divorante e
una devastazione nulla risparmiante. L’esplosione è e si
chiama odio inimicale.
Non è una fatalità o una casualità, ma è una necessità, una
conseguenza naturale dell’accumulo esagerato di morte
viva dell’amore. Abbiamo detto che l’esplosione amicale
è una necessità, ma più ancora è una regolarità. C’è uno
che la regola: il Padre, il quale si manifesta impegnato a
bruciare soprattutto due comunioni amicali:
1) Quella sponsale o maritale: tra marito e moglie. Che la
comunione sponsale si sfacciatamente egoisticale lo si
vede a occhi chiusi nella celebrazione matrimoniale
tutta immersa nel piacerale. Giurereste sulla solidità di
quella comunione? Non lo fate, perché presto, troppo
presto, vi sarà una spaventosa esplosione, che si chiamerà
come minimo odio sponsale, per diventare separazione
e divorzio finale: che segna la consacrazione e
la perpetuazione nel tempo e forse nell’eterno di un
odio infernale. Il Padre non accetta e non vuole matrimoni
egoisticali: in un modo o in un altro li fa inceneriti
dall’odio.
2) Quella genitoriale: tra genitori e figli. Spendete tutto
per una comunione egoisticale, date più del necessario
e del richiesto che prestissimo il Padre ve li mette contro,
e la vostra comunione è subito in odio inferocita.

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